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Un mosaico di pezzi di marmo di varie dimensioni e forma, pazientemente incastrati uno accanto all’altro possono formare un puzzle di grande effetto, se la posa e la scelta dei materiali sono eseguite con cura.

origine

L’impiego diffuso della Palladiana in forma pavimentale risale al XVI secolo ed è dovuta ad Andrea Palladio. Per la Palladiana si utilizzavano lastre litiche di forma irregolare, generalmente di dimensione non superiore a 15/20 cm e di spessore 2/3 cm.

Ancora oggi il pavimento alla Palladiana si realizza in opera ricavando le scaglie (rotte a mano con la “martellina”) da lastre di marmo di varie tipologie e colorazioni.
Le scaglie vengono infisse per una parte del loro spessore in un letto di malta cementizia lasciandone in evidenza la superficie.

texture

Questi inserti, se radi e in contrasto di colore rispetto al resto della semina, vengono chiamati “moschettature”. Al di sopra di una certa dimensione (c.a. 4/5 cm) gli inserti prendono il nome di “scaglie”.

In base ai disegni, al mix dei frammenti di marmo e del legante stesso, la texture dei pavimenti in palladiana può assumere infinite varianti.

La palladiana scelta da Officine Milano viene posata in opera.

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